Mese: Dicembre 2018

“Alziamo la voce”, la canzone bellunese per aiutare la ricostruzione dopo il maltempo e le devastazioni“Alziamo la voce”, la canzone bellunese per aiutare la ricostruzione dopo il maltempo e le devastazioni

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[riceviamo dal Comune di Belluno e volentieri pubblichiamo]

È online da mercoledì 12 dicembre il brano “Alziamo la voce”, acquistabile dal sito www.bellunoalzalavoce.it e realizzato da oltre 50 giovani cantanti e musicisti bellunesi: il ricavato delle vendite e delle donazioni libere saranno destinate al Comitato Gocce di Sole Onlus, che a sua volta le devolverà al Comune di Belluno per la ricostruzione del Parco Fluviale di Lambioi.

La presentazione del brano si è svolta a Palazzo Rosso: «Quando ho visto quanto era successo nella nostra provincia, mi si è spezzato il cuore. Oggi mi si è riempito quando ho visto questo lavoro, sentita la canzone, ascoltato le parole e ammirato il lavoro dei ragazzi. È bellissimo vedere che c’è qualcuno che non aspetta seduto che siano “gli altri” a fare, a intervenire, ma si alza e si mette in gioco in prima persona, con quello che può fare e con le abilità che ha»; queste le prime parole dell’assessore Valentina Tomasi al termine dell’anteprima del videoclip del brano.

Un brano nato in pochissimi giorni, dall’idea di alcuni musicisti e con il supporto di cantanti, fotografi, videomaker e tante altre realtà: «Era la notte del 2 novembre, – ricorda Alessandro Casol, uno degli ideatori dell’iniziative – ero a Milano e continuavo a ricevere le foto del disastro in tutta la provincia; ho subito pensato a cosa potessi fare, la mia passione è la musica e ho scritto ad alcuni amici: il giorno dopo, eravamo in molti, qualcuno aveva già iniziato a lavorare, chi alla base, chi ai testi. In neanche 20 giorni, siamo passati dall’idea alla registrazione, coinvolgendo più di 50 giovani artisti bellunesi. È un messaggio d’amore verso chi è stato colpito, ma è anche un appello al nostro territorio perchè deve farsi sentire in questo momento di difficoltà».

Alessandro Casol, promotore di “Belluno alza la voce”

Il ricavato della vendita del brano sarà devoluto al Comitato Gocce di Sole Onlus: «Conosciamo molti di questi ragazzi, che hanno collaborato con noi per altri eventi di beneficenza. – spiega la presidente, Manuela Selvestrel – Quando abbiamo saputo di questa idea, ci siamo messi subito a disposizione: visto che il Parco Fluviale di Lambioi è stato un punto di ritrovo per i giovani, le famiglie, i bambini, ma anche teatro di eventi musicali, abbiamo deciso di impegnarci per ricostruirlo e poterlo riaprire alla città».

Alla premiere del video – inedito e “top secret” fino ad oggi, così come il brano – hanno assistito anche il Sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, e il Presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin.
«La popolazione bellunese è abituata ad aiutare, in tutte le grande emergenze nazionali; oggi capiamo cosa significa aver bisogno e ricevere supporto, ed è una grande emozione. – commenta Massaro – Mi piace sottolineare come questa iniziativa sia nata da un gruppo di giovani: spesso vengono attaccati e criticati, ma quanto successo ha permesso di saldare le generazioni in nome della solidarietà».

Sul valore della solidarietà ha insistito anche il Presidente Padrin: «È un’iniziativa che fa riflettere, che crea unità e condivisione; si riceve una grande forza nel donare il proprio tempo a chi soffre. Questi ragazzi si sono impegnati moltissimo per questo brano e riceveranno dalla Provincia tutto il sostegno possibile per valorizzare il loro lavoro».

Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno

Il brano è acquistabile solamente online dal sito www.bellunoalzalavoce.it , si potrà scaricare con una donazione con carta di credito di 2 euro o più; sempre dal sito, sarà possibile anche fare una donazione libera via bonifico al Comitato Gocce di Sole, che però per ora non dà diritto al download della canzone. Nelle prossime settimane, la canzone sarà acquistabile anche su Amazon e Itunes.
Il videoclip del brano è già caricato su YouTube.

Dagli artisti è partito anche un appello: «Abbiamo già ricevuto molte richieste di poterlo avere su supporto fisico. – spiega Casol – Per stampare su cd 1000 copie, sono necessari 700 euro; stiamo cercando degli sponsor che ci possano sostenere nell’investimento».

Valentina Tomasi, assessore comunale a Belluno
Manuela Selvestrel, presidente del comitato Gocce di Sole

IL COMUNICATO DEGLI ARTISTI

BELLUNO ALZA LA VOCE CON UN BRANO E UNA RACCOLTA FONDIÈ ONLINE IL BRANO DOVE CIRCA 50 CANTANTI E MUSICISTI BELLUNESI RACCONTANO LAVOGLIA DI RICOSTRUIRE E RIPARTIRE DEL TERRITORIO DOPO IL MALTEMPO CHE HADURAMENTE COLPITO LA PROVINCIA LO SCORSO OTTOBRE.

Da oggi sul sito bellunoalzalavoce.it è disponibile il brano “Alziamo la voce”, realizzato dauna cinquantina di musicisti e cantanti, ed è attiva la raccolta fondi a favore del territoriobellunese.

L’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio il belluneseL’ondata di maltempo che lo scorso ottobre ha colpito diverse zone d’Italia ha messo a duraprova anche il territorio bellunese: tre vittime, alberi sradicati, strade e case distrutte, fiumi etorrenti esondati, zone alluvionate, interi paesi senza luce né acqua per giorni.I danni, stimati per decine di milioni di euro, provocati dalle piogge incessanti e dal vento,sono stati ingenti in tutta la provincia che ha però subito reagito con forza attivandosi per la ricostruzione.

Chitarre, parole, amore, conforto e speranza: la voglia di un gruppo di giovani diripartireNato da un’idea di Alessandro Casol, Davide De Faveri e Andrea Albano, subito accolta datanti amici cantanti, musicisti e professionisti, il brano “Alziamo la voce” vuole ​ raccontarel’animo forte e tenace dei bellunesi che, in poco tempo e senza grandi proclami, hannosaputo ripristinare molti dei danni causati dal maltempo, e vuole dare un aiuto concreto alterritorio grazie a una raccolta fondi per la ricostruzione.

“È importante rialzare la testa e comunicare al mondo che siamo ancora qui. Crediamofermamente che quanta è la quantità di fango riversatasi sulle nostre case, tanta è laquantità di fango che opprime le menti e i cuori di tutti noi, e che spinge per uscire.E per questo tipo di fango non c’è pala che tenga, ma amore, conforto e speranza e noi,artisti della provincia di Belluno, ci sentiamo in dovere di fare la nostra parte.”

Una cinquantina di cantanti e musicisti uniti danno voce al territorio feritoSono una cinquantina i cantanti e i musicisti che hanno voluto regalare la loro voce alterritorio ferito.Stili, background ed esperienze differenti uniti per l’obiettivo comune, per realizzare unbrano che racconta la fatica e le emozioni vissute dalla popolazione in quei giorni difficili, maanche la forza e la tenacia della ricostruzione.
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TUTTI I PROTAGONISTI

TESTI
Davide De Faveri, Marco Dal Farra, Andrea Mole Riva, Raffaele Azzolini, INCULTO (Giovanni
Lotto)
MUSICA
Davide De Faveri, Andrea Albano, Paolo Fornasier, Alessandro Casol
REGISTRAZIONI e MIXAGGIO
Giampaolo Rossi de Il Terzo Mondo Recording Studio
MASTER
Marcello Batelli
ARTISTI
Francesco Bressan, Damiano Grando, Yuri Piccolotto, Fabio Reolon, Jesai Fiabane, Paolo
Molaschi, Mosè Andrich, Nicola Menel, Andrea Albano, Paolo Fornasier, Alessandro Casol,
Alex Martello, Jessica Da Re, Diego Lavina, Matteo Squaiera, Davide De Bona, Selena Peroly,
Renato Pagno Pagnussat, Nicola Bortot, Jessica Lena, Nicola Corso, Mattia Andrich, Michele
De Bona, Davide Nenci, Marco De Paoli, Maria Donadel, Marco Dal Farra, Davide Antonietti ,
Layla Antonietti, Valeriano De Zordo, Simone Inguanta, Marco De Pellegrin, Andrea Mole
Riva, Raffaele Azzolini, Giovanni Lotto, Martino Fregona, Davide De Faveri, Letizia Donadel,
Francesco Donadel, Coro MusiCol di Colle Santa Lucia.
GRAZIE A
Comitato Gocce di Sole Onlus, Associazione Amici della Musica di Ponte nelle Alpi, Romano
De Carlo di Artesound Tube Amp, Belluno Ciack, Rosso Teatro, Matteo Crema, Roberto De
Pellegrin, Nicola De Gol, Damiano Dall’Ó, Francesco Roldo, Daniele De Cian, Valentina
Gregato, Dario De Leonardis, Alberto De Nart.
CON IL PATROCINIO DI
Provincia di Belluno, Comune di Belluno


bellunoalzalavoce.itinfo@bellunoalzalavoce.it

Gli alberi abbattuti dal vento e il futuro dei boschi: ripartire con calma nel segno della biodiversità senza ripetere gli errori del passatoGli alberi abbattuti dal vento e il futuro dei boschi: ripartire con calma nel segno della biodiversità senza ripetere gli errori del passato



[riceviamo e volentieri pubblichiamo]

La tavola rotonda sul tema “Dopo le devastazioni, quale futuro dei nostri boschi” tenuta venerdì 7 dicembre a Pieve di Cadore dalle Associazioni firmatarie ha offerto vari spunti per la discussione che, da qui in futuro, si andrà sicuramente sviluppando.

Possiamo così riassumere le prime valutazioni cui sono giunti i relatori Michele Da Pozzo, Luigi Casanova e Cesare Lasen.

 –Di fronte a una bufera di carattere eccezionale con venti anche a200km/h neanche il bosco più “naturale” può resistere, ma è anche vero che le modalità di cura dell’uomo hanno in molti casi reso assai più vulnerabili i nostri boschi. Per motivazioni esclusivamente economiche si è incoraggiato in maniera assolutamente esagerata l’abete rosso, dalle radici superficiali, a scapito di altre specie, si sono così “costruiti” boschi monospecifici e con scarsa biodiversità, radi, con piante tutte della stessa età e conformazione, e pertanto fragili, non in grado di opporsi alla violenza del vento,che così trova facilmente varchi in cui insinuarsi .

–Quel che è successo deve essere occasione di serio ripensamento ed orientare per il futuro le scelte dei forestali, sempre più verso la selvicoltura naturalistica che tiene conto ed asseconda il naturale sviluppo del bosco senza eccessive forzature.

– No quindi a piantagioni generalizzate, ma sì anche alla naturale propagazione dei semi che la natura stessa sceglie meglio, forse, di quanto sappiamo fare noi.

– Dopo i tagli e dopo l’asporto dei tronchi abbattuti, vanno riposizionate le ceppaie rimaste rovesciate con tutta la zolla, al fine di creare dei punti di resistenza a frane e valanghe su versanti rimasti pericolosamente deserti.

–No soprattutto al recupero ad ogni costo dei tronchi: è assodato che incerte zone a rischio anche i tronchi caduti svolgono un’efficace azione di protezione contro frane e valanghe. Inoltre il recupero in versanti esposti, o comunque impervi, costringerebbe ad un gran numero di nuove opere, come piste e strade forestali e teleferiche, che oltre al costo, potrebbero di per sé contribuire negativamente alla stabilità dei versanti.

–Non affidarsi alla fretta e comunque all’emotività: gli alberi non sono “pericolosi”, non sono i nostri nemici, anzi, sono i nostri migliori alleati nella lotta contro i mutamenti climatici in quanto divorano CO2 e la immagazzinano sotto forma di legno. Questi eventi catastrofici hanno definitivamente dimostrato l’infondatezza del luogo comune degli ultimi anni per cui il “bosco che avanza” veniva ritenuto un danno.

–Conseguentemente e logicamente ci si aspetta che tutti i tagli già programmati vengano sospesi per un congruo numero di anni e che vadano rivisti, zona per zona, tutti i piani economici

–Alcuni interventi dal pubblico hanno evidenziato il pericolo di un più che discutibile proliferare di centrali a biomasse per il riscaldamento. Se il contrasto ai cambiamenti climatici diventerà uno degli impegni più urgenti dei governi su tutto il pianeta, bruciare grandi quantità di legno, con liberazione di CO2, polveri sottili e calore, sarebbe un’inaccettabile contraddizione. Finita la devastazione dei torrenti con le centraline idroelettriche, comincerà l’assalto ai contributi per le centrali a biomassa? Bruciare legna non è sempre una scelta ecologica.

–Cerchiamo di considerare quel che è successo anche come una opportunità: reinvestire e ritornare a lavorare il territorio in modo sciente e cosciente: non lasciamo i nostri boschi in mano ai boscaioli macedoni o ai mercanti austriaci!

Le Associazioni avvertono la necessità di una decisa azione di informazione e formazione diffuse, anche per capitalizzare le conoscenze che si stanno diffondendo sulla corretta gestione dei boschi. E quindi dopo questo primo incontro, dal quale uscirà uncontributo anche pratico alle scelte che Sindaci, Enti, Regole e Privati sono chiamati a fare, hanno in programma di affrontare alle radici le problematiche dei mutamenti climatici cercando di rispondere alle domande “Perché si è prodotto tutto questo? E “Siamo ancora in tempo a rimediare?” Interrogativi che saranno oggetto dei successivi incontri in programmazione nei primi mesi del prossimo anno.

13 dicembre 2018

Associazioni:

CIPRA Italia 						 
WWF O.A. Terre del Piave
Mountain Wilderness
Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore
LIBERA Nomi e Numeri contro le mafie Italia Nostra sezione di Belluno Ecoistituto Veneto “Alex Langer”
Gruppo Promotore Parco del Cadore