Mese: Ottobre 2018

Il maltempo devastante e la montagna diseredata (anche dai Tg)Il maltempo devastante e la montagna diseredata (anche dai Tg)



Stando a numerosi Tg nazionali trasmessi fra ieri e oggi, sono l’acqua alta a San Marco e gli yacht di Rapallo le immagini simbolo della catastrofe meteo abbattutasi tragicamente su alcune zone d’Italia.
L’impressione è che si fatichi veramente a mettere a fuoco l’idea che a finire veramente in ginocchio (tanto per cambiare) sono le zone di montagna, già largamente abbandonate dalle politiche nazionali (a eccezione di alcune aree con status autonomo e peraltro sempre più nel mirino del neocentralismo che avanza).
È deprimente che i Tg non si concentrino sul filo conduttore drammatico che unisce i territori alpini (per esempio il Bellunese e il Trentino, entrambi devastati da 48 ore in balìa dell’acqua e del vento), che l’informazione non offra all’opinione pubblica un quadro esauriente e unitario di un’emergenza da ricondurre alla più vasta questione montagna.
D’altra parte ricordo pochi anni fa, mentre si preparava la deleteria legge per semidistruggere le Province ordinarie, un ministro che accoglieva come ineluttabile e probabilmente auspicabile lo spopolamento dei paesini di montagna, così scomodi per chi ci vive e per chi deve assicurare loro un minimo vitale di servizi.
In questo Paese (e in Europa pure, salvo poche eccezioni fisiologiche tipo Svizzera e Austria) continua a mancare un discorso serio sullo stato e sulla sofferenza della montagna, sulla necessità di costruire fra l’altro sistemi istituzionali differenziati che consentano agli abitanti decisioni politiche e relativi finanziamenti per assicurare una vita dignitosa fra rocce aspre e strade a rischio.
Reputo, al contrario, altamente probabile che forze politiche di governo possano riproporci discorsi insensati come l’abolizione delle province (fondamentale snodo della democrazia territoriale, già colpito da una riforma folle) e la riduzione sic et simpliciter dei parlamentari (quindi della rappresentanza, naturalmente penalizzando le aree periferiche e meno popolose). La riduzione del numero di deputati e senatori potrebbe avere un senso, certo, ma solo nel quadro di una riforma federale che assicuri il massimo di autogoverno locale e un’articolazione reticolare delle istituzioni che, parallelamente al dimagrimento parlamentare, trasferisca poteri reali da Roma alle periferie.
Forse per vedere un barlume di una simile profondità di pensiero ci vorrebbe per i numerosi eletti metropolitani di governo e di opposizione un annetto di soggiorno montano nei paesi in quota, fra torrenti in piena, vento che soffia, alberi che cadono e viveri che scarseggiano, magari al freddo fra un blackout e l’altro e con le strade interrotte da frane e alluvioni.
Forse.

Franceschini e “Accadueò”: in un romanzo la lotta contro l’ipersfruttamento idroelettrico dei torrentiFranceschini e “Accadueò”: in un romanzo la lotta contro l’ipersfruttamento idroelettrico dei torrenti



Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti andata in onda ieri, martedì 23 ottobre 2018, in Fm e in streaming a Radio Cooperativa.
In programma la presentazione del libro di Ezio Franceschini, “Accadueò” (LFA Publisher editore), svoltasi nell’ambito del festival Oltre le vette, a Belluno.
Grazie alla collaborazione fra il nostro programma e il festival bellunese, proponiamo la registrazione dell’incontro, cui hanno partecipato l’autore del libro, la giornalista Michela Canova e il curatore di Oltre le vette, Flavio Faoro.

Il romanzo – si legge nella nota dell’editore – racconta attraverso la vicenda di un oscuro collaboratore di un quotidiano locale la battaglia contro lo sfruttamento dell’acqua a uso idroelettrico sui torrenti di una montagna veneta dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
In questo contesto, riferito agli anni della recente crisi economica, si innesta lo stato di una montagna spezzata in due dopo la seconda guerra mondiale (una povera e l’altra ricca) e dove sembra riaffiorare la questione altoatesina attraverso un personaggio di madre tedesca e padre italiano che nel 1961 ha partecipato alla “Notte dei fuochi” e ora, già anziano, organizza sabotaggi alle centraline idroelettriche che devastano l’habitat naturale, ma che per le società di sfruttamento rappresentano un business appetibile per via degli incentivi destinati alle energie rinnovabili. Una devastazione a cui si oppongono anche i “custodi dell’acqua”, un movimento antagonista che della difesa delle acque libere ha fatto la sua bandiera.

Ezio Franceschini, veneziano, dal 2001 vive e lavora a Belluno dove svolge attività di giornalista e organizzatore e curatore di eventi letterari e culturali per enti e associazioni. Collabora con quotidiani e riviste di settore, biblioteche e istituti di ricerca e scolastici. Nel 2015 ha vinto il secondo premio al Festival Letterario Città di Arcore con il romanzo “La botte di Hemingway”.

Sempre grazie a Oltre le vette, nelle settimane scorse abbiamo trasmesso la registrazione di un altro incontro incentrato su un libro che affronta la questione dell’acqua in montagna e dello sfruttamento idroelettrico: “Radici liquide”, un viaggio-inchiesta a cura di Elisa Cozzarini.

Dal Mediterraneo alle Dolomiti, passando per Riace. La montagna si spopola ma sa accogliereDal Mediterraneo alle Dolomiti, passando per Riace. La montagna si spopola ma sa accogliere



Il podcast di Voci dalle Dolomiti andata in onda ieri a Radio Cooperativa. Nel programma viene presentata l’iniziativa Dal Mediterraneo alle Dolomiti, passando per Riace“, in programma venerdì e sabato (19 e 20 ottobre), a Belluno, alla Casa Dei Beni Comuni. Seguirà la seconda parte dell’incontro, svoltosi a Ferrara, dedicato alla figura del pensatore, attivista e politico ecologista Alex Langer cui ha partecipato, fra gli altri, l’esponente dei verdi e già senatore Marco Boato, amico dell’europarlamentare sudtirolese scomparso nel 1995.


Ecco il comunicato di presentazione dell’iniziativa SPOP 2: Dal Mediterraneo alle Dolomiti. Passando per Riace organizzata da Casa Dei Beni Comuni e Mediterranea Saving Humans.

Due giorni di dibattito e comunità intorno al tema delle migrazioni e dello spopolamento.
All’inizio di quest’anno identificammo nella lotta allo spopolamento una delle urgenze, utile a comprendere e necessaria per cambiare questo territorio. La crudezza dei dati demografici della provincia bellunese- che nel frattempo non sono cambiati- restituiva una realtà assai difficile; erano necessarie battaglie comuni in grado di determinare scelte politiche rapide.
Consapevoli di aver a che fare con una classe politica abituata a ragionare a corto raggio, avevamo dato avvio a un percorso di riflessione (SPOP!, era il 17 marzo) e di pratiche di lotta condivise, per offrire una risposta inclusiva ai molti motivi per cui dal bellunese (specie dalle terre alte) è preferibile andarsene. Lo avevamo fatto con voci che portavano punti di vista differenti, dalla valorizzazione del territorio alla gestione virtuosa dell’accoglienza.
Uno dei nodi era chiaramente la questione dell’immigrazione e della sua gestione (spesso esemplare, in questo territorio). Sembrano passati, da allora, dei secoli. Viviamo nei giorni bui dello stop al modello Riace con gli arresti domiciliari del sindaco Mimmo Lucano e, soprattutto, dell’orribile decreto Sicurezza, a firma Salvini.
Sostenevamo, alla fine di quel percorso, che in aree dove la popolazione attiva cala drasticamente, ogni politica che scoraggi o blocchi l’arrivo di nuovi abitanti sul territorio è nemica della montagna.
Oggi, le misure del Decreto Sicurezza smantellano completamente tutti gli aspetti più funzionali del sistema dell’accoglienza, peraltro cancellando progettualità lavorative e posti di lavoro.
Il decreto prevede l’abrogazione del riconoscimento del permesso umanitario, l’allargamento delle possibilità di detenzione nei CPR anche per i richiedenti asilo, il prolungamento dei tempi di trattenimento per gli irregolari da 90 a 190 giorni, lo stravolgimento e l’attacco al sistema Sprar con il ritorno alla logica fallimentare dei “grandi centri”, la limitazione del diritto di difesa con l’eliminazione del gratuito patrocinio.
E’ su tali premesse che abbiamo pensato di organizzare un altro contributo dal basso, il primo passo di un percorso a partire dal tema dell’accoglienza negata, e della morte dei territori, al tempo del Decreto Salvini.
Si chiama SPOP 2: Dal Mediterraneo alle Dolomiti. Passando per Riace, ed è il nostro modo di fare il punto sulla situazione e di sostenere il progetto di Mediterranea. Saving Humans, la nave italiana partita dalle nostre coste per raggiungere il Mare Mediterraneo e svolgere un’attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia, nonché di salvataggio.
Venerdì 19 ottobre, presso la Casa Dei Beni Comuni, alle ore 20.30 vi invitiamo pertanto a discutere di immigrazione e Decreto Sicurezza, della necessità della disobbedienza civile, tenendoci insieme anche lo spopolamento e una provincia che muore poco a poco.
Argomento del dibattito sono le conseguenze del Decreto Sicurezza sulla vita dei territori, nella sua dichiarazione di guerra ai migranti ma anche di guerra al dissenso e alle lotte, comprese quelle contro la povertà- al di là dei mirabolanti proclami del vicepremier.
Citando esempi che hanno funzionato, tenendo ben presente l’attacco a Mimmo Lucano e al modello Riace ne parleremo con:
Alessandra Buzzo, sindaca di Santo Stefano di Cadore;
Ousmane Aboubacar Malam Sidi, mediatore culturale nella cooperativa Cadore s.c.s.;
Vittoria Scarpa, coordinatrice del progetto CAS della cooperativa Caracol (VE);

Sabato 20 ottobre (alle 20.30) dedichiamo poi la nostra cena sociale a Mediterranea Saving Humans.
Saranno presenti alcuni degli attivisti del progetto, che ce ne racconteranno la genesi; verranno raccolti fondi e risorse per sostenerlo.
Mediterranea è una piattaforma di realtà della società civile ma anche una “azione non governativa” portata avanti dal lavoro congiunto di organizzazioni di natura eterogenea e di singole persone, aperta a tutte le voci che da mondi differenti, laici e religiosi, sociali e culturali, sindacali e politici, sentono il bisogno di condividere gli stessi obiettivi di questo progetto.
Come invita a fare l’appello di Melting Pot: “È il momento di agire, di coprire le urla e gli slogan razzisti, di difendere i diritti acquisiti e rivendicarne di nuovi”. Per tutti. Anche questa è lotta allo spopolamento.

“Radici liquide”: Elisa Cozzarini racconta l’assalto idrolettrico ai corsi d’acqua in montagna“Radici liquide”: Elisa Cozzarini racconta l’assalto idrolettrico ai corsi d’acqua in montagna



Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti andata in onda oggi alle 17.30, in Fm e in streaming a Radio Cooperativa, dedicata al festival bellunese “Oltre le vette” e in particolare alla crisi dell’acqua in montagna. Grazie a una collaborazione con gli organizzatori di “Oltre le vette” (che prosegue fino a domenica 14 ottobre, a Belluno), proponiamo agli ascoltatori la presentazione del libro “Radici liquide. Un viaggio-inchiesta lungo gli ultimi torrenti alpini”, scritto da Elisa Cozzarini. L’incontro si è svolto sabato scorso, con un dialogo fra l’autrice e Flavio Faoro, curatore della rassegna. (altro…)

Alex Langer, pensiero e prassi politica per i nostri giorniAlex Langer, pensiero e prassi politica per i nostri giorni



Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti andata in onda ieri, 2 ottobre, a Radio Cooperativa.
Gran parte della trasmissione è dedicata alla figura di Alex Langer, intellettuale, politico, attivista della nuova sinistra ecologista, europarlamentare, scomparso il 3 luglio 1995 a Firenze.
Viene qui proposta la prima parte della registrazione del dibattito “Italiani per caso: Alexander Langer”, organizzato il 4 maggio 2018 dall’Università degli Studi di Ferrara, disponibile online grazie al prezioso archivio di Radio Radicale.
Intervengono Andrea Pugiotto, professore ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università di Ferrara; Marco Boato, sociologo, politico dei Verdi e già parlamentare; Daniele Lugli, presidente emerito del Movimento nonviolento Mao Valpiana, presidente del Movimento nonviolento; Massimo Maisto, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara.

(foto dal sito Web della Fondazione Alexander Langer)