Ecco la puntata di Voci dalle Dolomiti andata in onda, in Fm e streaming, martedì 31 ottobre a Radio Cooperativa. La prima parte è dedicata alla grande manifestazione di domenica 29 ottobre 2023a Belluno, per la difesa e il potenziamento di un sistema territoriale che negli anni ha subìto un progressivo impoverimento. Pesante la situazione in diverse vallate. Valentina Reolon ha raccolto una serie di testimonianze nel corteo svoltosi nel capoluogo dolomitico.
Nella seconda parte del podcast, la registrazione dell’incontro svoltosi a Mel, per iniziativa della sezione Anpi la Spasema e con il patrocinio del Comune di Borgo Valbelluna, intitolata “I fascismi di ieri e di oggi: comprenderne l’essenza e il consenso per rafforzare gli anticorpi della democrazia e della nonviolenza”.
Il filo conduttore sono stati due libri: “La dottrina fascista e il regime di Mussolini secondo Andrea Caffi” (Biblos edizioni) di Alberto Castelli e “La memoria come ribellione all’ordine delle cose” (edizioni Gruppo Abele) di Lorenzo Guadagnucci. Hanno partecipato anche il giornalista Zenone Sovilla e il presidente dell’Anpi la Spasema, Roberto Tacca.
Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti andato in onda il 13 dicembre 2022 in Fm e streaming a Radio Cooperativa. Si tratta della registrazione dell’incontro svoltosi mercoledì 7 dicembre 2022, alla Bookique di Trento, per presentare il libro del giornalista Lorenzo Guadagnucci“Camminare l’antifascismo. La memoria come ribellione all’ordine delle cose”, uscito poche settimane fa per i tipi delle edizioni gruppo Abele (224 pagine, 16 euro).
Giorgio era un caro amico. Una persona sempre mossa dall’empatia verso l’Altro e dal desiderio di comprendere anche i risvolti più complessi delle vicende umane.
Le ingiustizie sociali, le guerre, la crisi ecologica, l’immigrazione e molto altro.
Un giorno di fine marzo di lui non abbiamo più avuto notizie. È uscito dalla sua abitazione di Trento e non è più rientrato. Qualche giorno dopo è stato ritrovato purtroppo senza vita, vicino a un sentiero nel Bosco della città. Aveva 59 anni.
Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti andato in onda martedì 9 novembre 2021 a Radio Cooperativa (Fm e streaming), nel quale si ricordano i dieci anni del programma mandando in onda di nuovo una delle prime interviste, trasmesse nell’autunno 2011.
Si tratta di una conversazione con lo storico feltrino Matteo Melchiorre sui temi del paesaggio, dell’ambiente, del rapporto fra il territorio, le comunità umane e le grandi opere che stravolgono la morfologia e non solo (in questo caso una nuova strada a scorrimento veloce). Temi affrontati dallo studioso nel libro “La banda della superstrada Fenadora-Anzù (con vaneggiamenti sovversivi)” (Laterza, 2011). [la versione video dell’intervista]
Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti andata in onda il 19 ottobre 2021 a Radio Cooperativa (Fm e streaming): larga parte della trasmissione è dedicata all’incontro dal titolo “Geopolitica della salute in tempi di pandemia”, svoltosi l’8 oittobre 2021 a Levico Terme.
La giornalista e scrittrice Nicoletta Dentico, esperta in salute e già direttrice di Medici senza frontiere Italia, ha dialogato con il giornalista Zenone Sovilla (conduttore di Voci dalle Dolomiti) e con il pubblico, nella piazza della chiesa, cui temi affrontati nel volume di Nicoletta Dentico ed Eduardo Misson “Geopolitica della salute. Covid-19, Oms e la sfida pandemica” (Rubbettino, pp. 258, euro 19).
Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti trasmesso in Fm e streaming da Radio Cooperativa lo scorso 20 aprile 2021. Nella prima parte il programma è dedicato al tema delle terapie precoci per il covid, in particolare gli anticorpi monoclonali, in uso ormai da circa un mese. La seconda parte si occupa di memoria della Resistenza nel Bellunese e dintorni. In particolarte, lo storico Giuseppe Sittoni ricorda le vicende della brigata garibaldina Gramsci del Feltrino e della sua emanazione nel vicino Trentino orientale, il battaglione Gherlenda, nel quale militavano anche le due partigiane Ora (Ancilla Marighetto) e Veglia (Clorinda Menguzzato), uccise dai nazifascisti (nel febbraio 1945 e nell’ottobre 1944).
Suggeriamo la visione di questa bella riflessione sulla montagna proposta da Luca Galfrè, uno dei gestori di Paraloup, in Piemonte, pubblicata nel canale YouTube “ iduevagamondi”, a cura di Simone e Romina, fotografi e blogger italiani.
Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti andata in onda martedì 7 aprile 2020 a Radio Cooperativa. Il programma è stato un viaggio alla scoperta dell’Isbrec, l’Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea, che fin dalla metà degli anni Sessanta produce cultura di alto livello.
Una nuovo ricordo dell’amico Fabio Galluccio, che ci ha lasciati il mese scorso, nella puntata di Voci dalle Dolomiti andata in onda a Radio Cooperativa il 31 marzo scorso e ora disponibile qui in podcast.
“Il monito della ninfea” è un libro di Diego Cason e Michele Nardelli, frutto di un anno di incontri ai vari angoli delle Dolomiti, dopo il disastro della tempesta Vaia (autunno 2018). Il sottotiolo è eloquente: “Vaia, la montagna, il limite”. L’evento atmosferico catastrofico, i cimiteri di alberi sulle montagne, le settimane di emergenza per molte comunità dolomitiche, i blackout, le infrastrutture disastrate. Un monito sui rischi del nostro allontanarci dalla natura. Una seprazione di cui sono epicentro e simbolo le grandi aree metropolitane di pianura che impongono il loro modello energivoro e minacciano anche le zone marginali, in questo caso le Alpi, viste come un serbatoio di risorse naturali, un parco divertimenti “selvaggio”, un alibi naturalistico per compensare nella rappresentazione pubblica la devastazione cementificatrice delle grandi pianure iper-urbanizzate (in Veneto la gran parte del territorio sotto tutela ambientale si trova in provincia di Belluno, nel resto della regione nei decenni c’è stata una corsa al consumo di suolo). Ne abbiamo parlato con uno dei due autori, il sociologo bellunese Diego Cason, nella puntata di Voci dalle Dolomiti andata in onda martedì 4 febbraio 2020 in Fm streaming a Radio Cooperativa. Ecco la versione podcast.
Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti trasmessa in Fm e streaming a Radio Cooperativa il 7 e il 14 gennaio 2020. Grazie alla collaborazione della Confederazione italiana agricoltori (Cia) del Trentino abbiamo potuto proporre una selezione degli interventi svoltisi al convegno “Reddito, cooperazione, ambiente. Quali prospettive per gli agricoltori di montagna?”, che la nota associazione di categoria ha organizzato il 2 dicembre 2019 a Mezzocorona (Trento). Sono intervenuti (l’eventuale A fra parentesi indica la presenza in questo podcast) : Paolo Calovi, presidente Cia-Agricoltori italiani del Trentino (A); Giulia Zanotelli, assessore all’agricoltura della Provincia autonoma di Trento; Giovanni Bort, presidente della Camera di commercio (A); Andrea Segrè, presidente della fondazione Edmund Mach (A); Claudio Mazzini, responsabile commerciale settore freschissimi di Coop Italia (A); Giuliano Poletti, già ministro del lavoro e ex presidente dell’Alleanza cooperative italiane; Marina Mattarei, presidente della Federazione trentina della cooperazione. Altri interventi e il dibattito saranno trasmessi nel programma Voci dalle Dolomiti del 21 gennaio.
Riceviamo e voplntieri pubblichiamo questo comunicato stampa delle associazioni Mountain Wilderness Italia, Cipra Italia, Federazione nazionale Pro Natura, LIPU Italia, Italia Nostra sez. di Belluno, WWF O.A. Terre del Piave, Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”, Libera Cadore presidio “Barbara Rizzo”, Ccomitato Peraltrestrade Dolomiti, Gruppo promotore Parco del Cadore. Da tempo alcuni sindaci ed esponenti politici regionali usano strumentalmente lospopolamento della montagna additandone le cause ai vincoli apposti dalle associazioniambientaliste fin dal 1961. Il Comelico da allora avrebbe perso 2200 abitanti. L’ambientalismo quindi sarebbe la causa dell’impoverimento della montagna.
Sarà bene ricordare a questi sindaci che i vincoli derivano invece dall’art. 9 dellaCostituzione italiana che richiama a una severa tutela del paesaggio.
Essi sono erimangono una garanzia rivolta a tutti i cittadini e alle generazioni future nella difesa dispecifiche qualità paesaggistiche e dei valori universali (non locali) della biodiversità. La sensibilità diffusa per le questioni ambientali si è sviluppata in tempi molto più recenti e,specialmente in Italia, ha trovato poco ascolto nel mondo della politica e degli organismilegislativi. Forse sarebbe il caso di documentarsi prima di esprimersi.
Le prime associazioni per l’ambiente sono nate in Italia a metà degli anni ‘50, con Italia Nostra, ed è poco probabileche in pochi anni siano riuscite a modificare la legislazione. Recentemente, a Camaldoli (Arezzo), l’ambientalismo italiano ha proposto un Manifesto a favore dello sviluppo e del recupero demografico, ambientale, paesaggistico e sociale dell’intera montagna. Nessuno dei politici che si stanno scatenando contro i vincoli era presente a questo convegno di valenza nazionale. Lo spopolamento della montagna bellunese attinge a ragioni e scelte politiche ben precise:
– assenza in Regione di un progetto a favore delle terre alte; – erosione continua di servizi essenziali alle popolazioni di montagna: accessibilità, mobilità sostenibile, salute, formazione scolastica, assistenza agli anziani,formazione e costruzione di nuove opportunità lavorative, mortificazionedell’innovazione; – svendita dei valori e dei beni comuni delle montagne a favore delle necessità dellegrandi aree metropolitane (acque, foreste, natura, cultura, identità, paesaggi, agricoltura autoctona); – investimento nelle seconde case invece di favorire il turismo alberghiero o degli affittacamere.
Errori strategici, ai quali non si vuole nemmeno oggi porre rimedio. Ecco quindi, come ricaduta, che una componente della politica regionale e locale siscatena alla ricerca di un colpevole: l’ambientalismo, che purtroppo mai si è trovato a governare né il Bellunese né altre parti della montagna italiana, dove erano altri a dettar legge.
Si tratta di un mondo politico che trova molti consensi elettorali, maincapace di affrontare i veri temi della montagna: sviluppo, qualità, sicurezza,risposte immediate ai giovani, politiche complessive sul lavoro e, in modoparticolare, una attenzione seria ai cambiamenti climatici in atto.
L’ambientalismo, non solo in Cadore, ma qui più che altrove, le proposte le ha avanzate: sul Comelico, sulla mobilità provinciale, sui grandi eventi e come sostenerli, sulla gestione delle acque e dei beni comuni, sui temi della sicurezza.
A proposito di quest’ultimo tema,molti vincoli presenti sono stati dettati proprio dalla necessità di impedire speculazioni inaree a rischio idrogeologico. Laddove necessario, gli ambientalisti hanno dato il lorocontributo di idee e il loro sostegno per costruire opere di sicurezza e, grazie all’istituto della deroga, sono state realizzate opere importanti che hanno difeso viabilità pubblica e abitati. I politici che stanno investendo in campagne che alimentano rancore e livore, si impegninopiuttosto ad aprire confronti seri e costruttivi con quanti giorno per giorno lavorano per il bene comune.
Nell’ambientalismo troveranno sempre disponibilità al dialogo e a sostenere proposte valide che abbiano come obiettivo l’interesse generale. Dimostrino di avere coraggio e di investire, a favore della montagna, in intelligenza e non più in speculazioni, per le quali è stato utilizzato comunque e sempre denaro pubblico.
Dalla rivista Panorama del Deutscher Alpenverein una vignetta dal titolo “CUI BONO..?” che ben rappresenta il prevedibile destino di una montagna senza vincoli:
Èquesto il futuro che vogliamo?
Le Associazioni Mountain Wilderness ItaliaCIPRA Italia Federazione nazionale Pro Natura LIPU ItaliaItalia Nostra sez. di Belluno WWF O. A. Terre del Piave Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” LIBERA Cadore presidio “Barbara Rizzo” Comitato Peraltrestrade Dolomiti Gruppo Promotore Parco del Cadore
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